giovedì 22 febbraio 2007

ascoltare


Molti di noi, sono portati a parlare, parlare, parlare... per farsi capire, per essere protagonisti, per essere presenti. Eppure, la regola per una comunicazione efficace è: ascoltare. Se non conosciamo l'altro, il nostro interlocutore, la sua modalità di pensiero e di interpretazione degli eventi, come possiamo pensare di essere capiti? Facciamo un esempio: mi trovo al bar per un caffè. Vedo una persona interessante e inizio un dialogo: mi chiamo..., sono..., mi interesso di..., abito... ecc. ecc. Continuo a parlare per far sì che questa persona in poco tempo mi conosca, mi capisca... Ad un certo punto, mi dice: sorry, I speak English! ... ...
In cosa ho sbagliato? Non ho ascoltato. E questo è un grave gap, perchè mi sono precluso la strada del dialogo empatico, dove ci si mette in sintonia, dove si condivide il messaggio.
Uno dei problemi maggiori, è quando si pensa di sapere già la risposta, quindi c'è un rifiuto a priori dell'ascolto. Mi è capitato di sentir dire ad un allenatore: "ma che vuoi parlare con quel ragazzo... è fatto così! non gli interessa il calcio..."
Ma siamo proprio sicuri che le risposte su gli altri le abbiamo noi?
Nel post di domani vedremo cosa c'è da ascoltare del nostro interlocutore.

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