
Tra le tante e-mail che ricevo quotidianamente, ce ne sono alcune che mi chiedono di svelare "i segreti" del mio lavoro come formatore-motivatore. Con molto piacere accetto questa richiesta!
In ambito motivazionale, sia per il management delle aziende, sia nelle squadre di calcio, che con singoli individui, il punto da cui partire è l'atteggiamento. Non riusciremo mai a motivare una persona se il suo atteggiamento non è quello produttivo. Ognuno di noi ha un atteggiamento, che corrisponde al modo di vedere, pensare, sentire, definire, verso se stessi, in primo luogo, e verso gli altri e l'ambiente circostante, in secondo. Per motivare, e motivarsi, è necessario pertanto analizzare il grado di autostima verso la propria persona. Stimarsi non significa vantarsi... ma saper riconoscere i propri punti di forza, ed amplificarli, e i propri punti di debolezza. In generale non abbiamo limiti se non quelli imposti da noi stessi! Quando ci capita di dire "no, questa impresa per me è impossibile... non sono in grado...", perchè lo diciamo? In base alla mia esperienza, vi posso suggerire questa risposta: etichettiamo come "difficile" tutto ciò che non abbiamo mai fatto! Ecco, allora, il secondo versante dell'atteggiamento: verso il mondo esterno. Ci sono persone che guadrano accadere le cose... altre si domandano perchè siano accadute... ed altre lavorano per farle accadere! C'è differenza tra le 3 tipologie di persone? Chi, tra le 3, riuscirà ad ottenere risultati?
Vi lascio riflettere con questa citazione di G.B. Shaw: " Le persone che progrediscono nella vita sono coloro che si danno da fare per trovare le circostanze che vogliono e, se non le trovano, le creano!"
un abbraccio, Solidea
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